Four Poems
Como albero d’ombra
Dalla cornice di monti e di nubi
esorbita il gesto serale.
E s’erige la notte
ombra mia immensa:
ai ginocchi il gridìo dei campanili,
a ignoti mari
proteste le mie braccia nere.
26 settembre 1936
Risveglio notturno
Riemersa da chissà che ombre,
a pena ricuperi il senso
del tuo peso
del tuo calore
e la notte non ha,
per la tua fatica,
se non questo scroscio pazzo
di pioggia nera
e l’urlo del vento ai vertri.
Dov’era Dio?
Milano, ottobre 1931
La sorgente
Al tuo monte
che il vento esilia
dietro siepi di gemme chiuse
risali in sogno:
vinci a strappi il tuo peso tra le pietre.
E nasci
vena bianca nell’attimo d’azzurro,
nudo canto protesto
oltre le nubi
mute.
Ma cada un raggio — ed è risveglio:
in terra
muore a singulti la tua vita effimera.
Acqua di stagno
ti spaventa — ora — la voce
ridestata del vento,
lento ti beve
il sole
tra le canne sconvolte.
3 maggio 1935
Pausa
Mi pareva che questa giornata
senza te
dovesse essere inquieta,
oscura. Invece è colma
di una strana dolcezza, che s’allarga
attraverso le ore —
forse com’è la terra
dopo uno scroscio,
che resta sola nel silenzio a bersi
l’acqua caduta
e a poco a poco
nelle più fonde vene se ne sente
penetrata.
La gioia che ieri fu angoscia,
tempesta —
ora ritorna a brevi
tonfi sul cuore,
come un mare placato:
al mite sole riapparso brillano,
candidi doni,
le conchiglie che l’onda
lasciò sul lido.
7 dicembre 1934
like a shade tree
evening
exceeds
the line between
mountain and cloud.
at night my vast
shadow is cast:
kneeling
to pealing
campanili
black boughs
reach out
to strange seas.
waking nightly
roused
from who knows
what shadows,
you’re pained to regain
feeling
your weight
your heat
& night is nothing
in your struggle
but this crazy wailing
of black rain,
wind screaming at the panes —
who knows
where god goes?
a spring
you dream back
to your mountain
that wind banishes
behind hedges
of closed buds:
winner
ripping your weight
through stones.
at birth
white vein
in a flash of blue,
plainsong
carried
past mute
clouds.
but a ray of light
might
fall —
& it’s a wake-up call:
your life ephemeral
dies in sobs
interred.
still pool
now
the wind’s roused
voice frightening you,
the sun drinking you
slowly
amongst troubled
reeds.
rest
this you-less
day might’ve seemed
restless,
cloudy.
but it’s full
of unusual
tenderness
steeping
every hour —
as the ground
might drink
a downpour
alone & soundless
by degrees
in her deepest veins
she feels
penetrated.
joy —
less the day
of the storm
torment —
plashes her again
like a sea
appeased:
a bright gift
shines in the soft
sunlight again,
a conch
left
on the beach
by a wave.
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